I RACCONTI DI MAMMA ORCA
DI ROBERTO DE SIMONE
I RACCONTI DI MAMMA ORCA (1996)
(PER CHITARRA E QUARTETTO D’ARCHI)
ESECUZIONE BASATA SU MANOSCRITTO PRECEDENTE ALL’EDIZIONE RICORDI
MOVIMENTI TOCCATA, GESUALDA, SENZA NOME, PERGOLESE, FOLLIA
DI EDOARDO CATEMARIO
SUITE GESUALDIANA* (2020)
(PER CHITARRA SOLA) – INEDITO
MOVIMENTI MADRIGALE, CANZONE FRANCESE, GAGLIARDA
DI ROBERTO DE SIMONE
MA FIN EST MON COMMENCEMENT* (2020)
(PER CHITARRA E QUARTETTO D’ARCHI)
INEDITO
CON EDOARDO CATEMARIO (CHITARRA)
QUARTETTO CANONICO MATTEO CALOSCI (VIOLINO), NICCOLO’ MUSUMECI (VIOLINO), MARGHERITA FANTON (VIOLA), ZOLTAN SZABO (VIOLONCELLO)
CAPODIMONTE – CORTILE DELLA REGGIA (PORTA GRANDE)
21 GIUGNO ORE 21.00 DURATA 45MIN
Il programma “I racconti di Mamma Orca” rappresenta idealmente il tratto di unione tra un passato arcaico, sia popolare che colto, di Napoli e della sua scuola musicale e la musica contemporanea nella sua accezione più raffinata. Un programma che unisce il quartetto d’archi, che incarna nell’’immaginario collettivo la formazione principe della musica da camera, e la chitarra, che è strumento a due facce, da un lato di corte e dall’altro di taverna. Roberto De Simone è uno dei massimi esperti di musica a tradizione napoletana scritta ed orale, una vera miniera di informazioni vivente. Ma è anche compositore che spazia dalla musica popolare (con la NCCP ad esempio) a quella colta. Il programma di oggi contiene due brani di Roberto De Simone (“I racconti di Mamma Orca” e “Ma fin est mon commencement”) ed uno di Edoardo Catemario (Suite Gesualdiana) che del maestro De Simone raccoglie e condivide la missione compositiva legata a Napoli ed alle sue tradizioni.
I “racconti di Mamma Orca”, di Roberto De Simone, risalgono al 1996 data nella quale vennero eseguiti in prima assoluta dal chitarrista Edoardo Catemario. Si tratta di un’opera in cinque movimenti che si snoda attraverso un percorso “a ritroso”: il primo movimento (Toccata) si articola con divisioni ed incastri ritmici alla Bartok ed un’armonia che, pur conservando la matrice rinascimentale, esplora i sapori più puramente dissonanti. Il secondo movimento “Gesualda” richiama in maniera sottile il tema di un famoso madrigale di Gesualdo da Venosa e della sua Gagliarda. Il terzo movimento (Senza nome) è un’abile ricostruzione dei percorsi più arditi delle percussioni popolari napoletane. La chitarra viene usata ricercando timbri poco usuali alla maniera del tamburello. Segue la Pergolese, un movimento in cui il bellissimo tema di aria direttamente tratta da Pergolesi assume colori tonali quasi romantici. Ultimo movimento una fuga e variazioni sulla Follia di Spagna. Il brano fu anche la prima composizione puramente strumentale composta da De Simone.
La “Suite gesualdiana” di Edoardo Catemario è una composizione direttamente ispirata a De Simone. Tutti i temi usati sono di Gesualdo da Venosa: il madrigale (su Moro, lasso al mio duolo), la Canzone (liberamente ispirata alla canzone francese) ed infine la Gagliarda. I tre movimenti raccolgono l’eredità contrappuntistica di Gesualdo arricchita delle dissonanze e delle varianti ritmiche desunte dalla tradizione napoletana attraverso la sapiente lezione di De Simone. La gagliarda è tutta articolata in ritmi dispari con numeri di cinque e sette. Prima esecuzione assoluta.
“Ma fin est mon commencement” è un canone composto da Guillaume De Machaut. Va ricordato che De Machaut visse a Napoli durante il regno D’Angiò e contribuì in maniera sostanziale alla fioritura della scuola che sarebbe diventata un faro già nel ‘600. Il canone, che consiste di sole quaranta battute, viene sviluppato con trovate di grande sapienza compositiva ed esposto in tonalità conseguenti senza alcun ponte di congiunzione fra le varie “scene”. Prima esecuzione assoluta